lunedì 21 marzo 2016

Ristorante Banco 36 - Via Urbano II° n°36 - 00167 Roma

Serata romana con leggera pioggerellina. inizio a leggere qualche recensione su dove andare a mangiare. Assolutamente pesce e di livello. La scelta non è facile, nel senso che ormai di locali è pieno e anche dove si mangia discretamente. Ma io cerco qualcosa che mi possa stupire, un posto che meriti le cinque stelle. E su questo blog vengono recensiti solo questi locali. Lo trovo proprio vicino casa. Leggo solo recensioni postive e non ci penso molto a prenotare.
Il locale è veramente bello, sembra un bistrot. Venti posti a sedere al massimo e fuori una veranda riscaldata. Mi piace proprio questo posto.
Veniamo fatti accomodare e ci viene portatta una bottiglia di acqua. Poco tempo e arrivano i menù. La nostra attenzione è rivolta verso i piatti del giorno che non sono elencati. Cosi ce li facciamo dire direttamente da chi prende l'ordinazione. Subito uno di questi attira la nostra attenzione, cioè la zuppa di pesce in crema di patate. Poi tra gli altri piatti del giono, gnocchi con salmone e zucchine e spaghetti con le telline. La zuppa non poteva mancare sulla nostra tavola, ma ci viene offerta la possibilità di provare tutti i loro antipasti, insomma un assaggio di tutto, zuppa compresa.  Si passa dalla zuppa all'insalata di mare, per deviare sugli spiedini e arrivare ai moscardini al sugo e al salmone su letto di rucola. Un bel vermentino sardo accompagna l'antipasto
Qualche minuto passato a chiacchierare ed ecco arrivare i primi piatti. Arrivano gli gnocchi con salmone e zucchine. Si presentano bene  e il sapore lo conferma in pieno. Ma quando sono arrivate le telline con gli spaghetti, sono rimasto basito. Un piatto  enorme e pieno zeppo di telline. E la quantità è stata ripagata dalla qualità. E li, ho passato momenti veramente piacevoli a sgusciare i frutti.
Tra una chiacchiera e l'altra ne è passato di tempo. Cosi alla fine ci decidiamo anche a scegliere il dolce, una porzione per due. Uan torta di ricotta su pasta brisè con fragole e sciroppo di fragole. Ecco lo sciroppo non l'avrei messo, ma è solo un piccolo dettaglio, su una gustosissima cena preparata alla luce del sole, insomma con cucina a vista.
E' luogo da ritornnare, perchè trovare un locale di cosi alta qualità non sempre è facile. Anzi!

lunedì 7 marzo 2016

Verso la Monument Valley

Inizia il nostro viaggio verso la Monument. Forse la più affascinante destinazione del nostro viaggio. La più affascinante perchè sin da piccoli le riserve indiane son sempre state nei nostri occhi per mezzo dei film western, in cui si faceva fatica a capire chi erano i buoni e chi i cattivi. Cerchiamo durante il nostro andare incontro alla Monument, di verificare che il bel tempo non ci abbandoni. Che quel bel sole che ci ha accompagnato a Page, rimanaga ancora con noi. Forse veramente ci vorrebbe una danza della non pioggia, perchè il tempo volge al brutto e neanche lontanamente possiamo immaginare quello che avremmo vissuto nel pomeriggio. Tanto per iniziare arriviamo al nostro albergo, il peggiore in assoluto di tutto il viaggio. Si tratta del Kayenta Monument Valley Inn. Dire che siamo al limite della decenza è d'obbligo. Letti da una piazza e un quarto, venduti per due. Pulizia al limite dell'offesa. Colazione da Tiffany, per i prezzi, non per la qualità. E poi una bella dose di carattere "spigoloso", da parte del personale. Insomma, se potete andate altrove, anche se la scelta non  è ampia. Cosa positiva il ristorante vicino dove abbiamo mangiato.
C'era questa piccola decorazione che mi ha molto colpito e ho dovuto fotografarla.  La prima cosa che ti colpisce e' che da fuori non gli daresti un centesimo di dollaro. Invece appena entri una ragazza con un sorriso solare ti fa accomodare. Porta subito da bere e prende l'ordinazione. I piatti sono molto generosi. Io ho preso una pizza fritta con prosciutto, insalata e pomodoro, guarnito con riso.  Le porzioni sono molto abbondanti e il prezzo è irrisorio rispetto a ciò che mangi, sia per qualità che per quantità. Sto parlando di Amigo Cafè. E qui si inizia ad  assaporare il vero gusto del cibo messicano.
Facendo un passo indietro, questa è l'unica escursione che non abbiamo prenotato, anche perchè la Monument, essendo di proprietà Navajo, non rientra nella carta dei parchi. Per questo motivo, appena arrivati in albergo, abbiamo preso contatti per organizzare la visita. Sapevamo che sarebbe stata cara e infatti abbiamo pagato 450 dollari per la guida e la visita con mezzo fuoristrada. Per l'ingresso abbiamo pagato altri 32 dollari se non erro. Insomma una bella cifra. Potevamo anche andare da soli, ma loro ti portano in luoghi dove difficilmente arrivi  con la tua auto. E poi con la bufera che ci ha colpito è stato molto meglio così.
Arriviamo e il tempo è ancora nostro amico. La nostra guida ci racconta un pò della sua vita, della vita delle gente indiana e delle poche famiglie che ancora riescono a vivere qui, senza energia elettrica e acqua. Vediamo passare i camioncini semicoperti pieni di gente. Tra un pò,  pr coloro che hanno scelto questo mezzo di trasporto, saranno guai. In lontananza si vedono alzare dei nuvoloni di sabbia.

La formazione rocciosa più conosciuta e importante della Monument, è sicuramente quella proposta nella foto accanto, cioè "le tre sorelle".  Da notare che la distanza tra l'entrata della Monument e Kayenta è di circa 45 miglia.
E'da rimanere a bocca aperta nel vedere i colori che formano le rocce e, soprattutto, quello che il vento è riuscito a plasmare nel corso degli anni.
Dopo le prime avvisaglie cambia totalmente il tempo, arriva giù tanta di quella pioggia da farci preoccupare. La nostra guida invece è talmente tranquilla che ad un certo punto si ferma e decide di suonarci una antica musica navajo. Interessante ma fuori veniva giù di tutto. Fulmini, tuoni e lampi, ma lui era tranquillissimo, anche quando la jeep non ne voleva sapere di mettersi in modo e lui pompava sul pedale dell'acceleratore.
Entriamo nella parte meno visitata da coloro che non fruiscono di guida e decidono di andare con i loro mezzi. La pista è nettamente meno battuta. Vediamo molto meno macchine e sembra di vivere una storia surreale. Siamo nel ventunesimo secolo, ma qualcosa sembra non tornare. Vedere ancora qualche famiglia che vive senza alcuna agiatezza tecnologica ti fa pensare.
Anche la luce del sole  ormai offuscata dall'orario, dal forte vento che alza la sabbia e dalle prime luci della sera, sembra invitarci ad andare via. A tornare a Kayenta.
Ma non senza aver fatto la mia ultima foto a quella splendida veduta.

 Questa è la veduta con la pioggia torrenziale



 Ora va meglio e salutiamo la Valley.
 La salutiamo con il dovuto rispetto che merita e con il rispetto per coloro che ancora vivono li.



Non poteva essere chiamato "viaggio", senza aver visitato questo straordinario luogo.