martedì 14 marzo 2017

Enopolium Bistrot - Circ.ne Trionfale 94 - 00196 Roma



 Metti una sera a cena e metti che casualmente è l'otto marzo. E' un mercoledì. Per non incorrere in una location troppo affollata, decidiamo di prenotare per le 20. Parcheggio l'auto vicino al Mercato dei Fiori, per chi è della zona il luogo è ben conosciuto e si trova proprio alle spalle del locale. Siamo i primi ad arrivare, poi arriveranno un'altra coppia e due ragazze. Il titolare è veramente gentile e ci mette a nostro agio. Capisce che è la prima volta che veniamo nel suo locale, per cui ci spiega un pò come funziona, o meglio quali sono le scelte di gusto e giuste per avere un'eccellente serata. Gli spiedini sono il "must", lo stecco è la sublimazione del "must". E si, perchè racchiude tutto quello che potresti trovare nei singoli "stecchi". Ce ne sono un paio che non mi attirano per niente, infatti hanno carciofi e falafel, cioè frittura con ceci sminuzzati. Il resto degli stecchi è sinfonia per il palato. Tra pesce, direi il salmone cotto in maniera stupenda  e polpettine di  gorgonzola, non saprei cosa preferire. I funghi non sono da meno. Il mini hambuger cattura la nostra attenzione, è simpatico, sfizioso e molto buono. E poi le salsine che accompagnano la degustazione sono azzeccate e su tutte svetta  quella con miele e peperoncino. Un pinot grigio accompagna la nostra cena. E alla fine la bottiglia è vuota.
                                                                                                                             
Si sa , l'appetito vien mangiando e allora leggiamo sulla lavagna i primi disponibili, però ce ne è uno che intriga più degli altri. Sto parlando  degli spaghetti aglio e olio su gambero crudo. Eccezionali a dir poco. Il calore della pasta sui gamberi, fa si che pian piano il loro sapore si amalgami con gli spaghetti. E dato che non abbiamo un buon rapporto con l'aglio li abbiamo chiesti senza. Buonissimi lo stesso, anche se ammetto che con l'aglio sarebbero stati più saporiti.

Ci viziamo fino alla fine e ci viene consigliata la cheesecake. Avevo letto qualcosa di non molto postitivo relativamente ai dolci, ma noi siamo temerari e corriamo il rischio. Mai rischio è stato più azzeccato, una cheesecake ai livelli di Massimo, che per noi è il top. A parte vengono servite salsine  di frutti di bosco, miele, cioccolato fondente e crema al caffè. E due mele fritte che ti fanno venire in mente antichi ricordi.
La cena si chiude con i nostri personali complimenti a uno dei titolari, perchè sono stati veramente bravi, non solo nel cucinare, ma anche nell'attenzione rivolta a noi, con discrezione, per farci sentire a nostra agio.

mercoledì 8 marzo 2017

Ristorante "VII Coorte" - Piazza Sidney Sonnino 29 - 00153 Roma

Metti una sera di febbraio a cena a Trastevere. E metti pure che la serata è quasi mite per  il mese in cui ci troviamo. Per andare alla perfezione, dovremmo cenare alla grande. E allora optiamo per questo locale che si trova nel cuore del quartiere. Appuntamento alle 20 con i Franchetti. Uno pensa che "si andrà tutto bene", che la cena sarà ottima. Invece no, tutto di più. La serata alla fine sarà perfetta, con annessa passeggiata per le viuzze del quartiere, piene di giovani  e di locali.
Ma torniano a noi. Entriamo e il nostro tavolo ci aspetta. Si può benissimo definire un "ristrobistrot".
Ricordo che in questo locale venimmo tanti anni fa, sempre noi quattro, a prendere il "zababaione", infatti era una pasticceria/gelateria, con annessa terrazza, che ancora esiste.
Ma torniamo all'attualità. Arrivano subito due bottiglie di acqua e prima ancora un prosecco di benvenuto. La lista dei vini è molto interessante, ma lo sarà di più, nel finale, quella dei distillati.
Optiamo all'inizio per un Fiano, ma poi dirottiamo la nostra scelta su un ottimo Greco di Tufo.
Dividiamo esattamente a metà la nostra scelta, tra piatti di mare e di terra. La scelta varia dalle bruschette fantasia o mix di bruschette, molto buone e particolari, al calamaro con la cicoria, per finire con il polpo della corte, quello che ho scelto io. Non fare la scarpetta al termine di questo piatto sarebbe stato sacrilego. E' pieno di profumi e di sapori questo antipasto, che da solo basterebbe a riempire  la serata. Però è giusto proseguire, perché la bontà è talmente elevata, che la sorpresa è dietro l'angolo. La mia frittura di calamari e gamberi riempie totalmente il piatto, è veramente tanta. Ma, soprattutto, è veramente molto buona. Fritta in modo eccellente e con olio nuovo, si vede dal bel bianco del prodotto finito. Anche la tagliata, presa dalle signore, è ottima, a loro dire.
Pasto impegnativo per la quantità, ma un po' di dolce non fatica a starci.
Ed ecco un bel cannolo, per non dimenticare le origini sicule dello chef, con ricotta e pezzetti di cioccolato fondente. Da leccarsi i baffi. E per chi non prende il dolce, l'attenzione è totalmente presa dai distillati. Ce ne sono parecchi, però da un lato vedo spuntare fuori una bottiglia di Akashi, whisky giapponese campione del mondo, due anni fa. Spettacolare al palato e morbido, un single malt con i fiocchi. L'altro assaggio è riservato ad un whisky finlandese, molto torbato, un po' troppo per i miei gusti, un finlagan, anche questo single malt. Insomma una nota aggiuntiva molto positiva alla serata.
Ristorante molto valido, assolutamente da riprovare, anche perché ci troviamo nel cuore pulsante della città eterna.